mercoledì 2 agosto 2017

MONTE PRA'...VIVIBILE!

Nell'ultima settimana di giugno, la baita di Monte Prà è pronta per accogliere nuovi piccoli ospiti: i ragazzi e le ragazze dell'associazione Quarto Oggiaro Vivibile!

Facciamoci raccontare da loro l'esperienza vissuta:


Domenica 25 giugno


Carichi di entusiasmo e di enormi zaini, i ragazzi arrivano con i genitori alla baita, dove li aspettano gli educatori, i volontari della Quarto Oggiaro vivibile e un risotto alla salsiccia da mangiare tutti assieme.



I genitori se ne andranno presto, ma la montagna è troppo bella per lasciare spazio alla malinconia: mamme e papà, tornate in pianura tranquilli, questo posto è fantastico e per una settimana sarà la nostra casa! Per una settimana ce la caveremo da soli, impareremo a organizzarci, cucineremo e puliremo la casa, esploreremo i sentieri e vivremo a diretto contatto con la natura.


La baita è un edificio ecologico, dai rubinetti esce acqua piovana e l’elettricità è fornita dai pannelli solari del giardino. Questo vuol dire che il suo impatto sull’ambiente non è nemmeno paragonabile a quello di un appartamento cittadino. Purtroppo, non lo sono nemmeno i comfort che può offrire: l’acqua va usata con estrema parsimonia, il cellulare va acceso il meno possibile e la televisione…cos’è? Insomma, dovremo fare un passo indietro da tutte le comodità che siamo abituati a dare per scontate: non è affatto facile, ma siamo pronti alla sfida!


Lunedì 26 giugno


La sveglia alle 6.30 non è certo una bella cosa, ma il sole è già alto e abbiamo del lavoro da sbrigare. Per raggiungere la baita c’è un sentiero stretto e dissestato e le canaline di scolo non sono in buono stato: tocca a noi ripulirle da terra, sassi e radici. Non è facile lavorare tutti senza intralciarsi, ma per tentativi ed errori riusciamo a trovare il nostro metodo e diventiamo una squadra di efficienti scavatori!




Nel pomeriggio qualcuno scova un tagliaerba e decidiamo di dare l’assalto alla parte più selvaggia del cortile. Anche qui serve un lavoro di squadra tra chi taglia, chi rastrella e chi porta via l’erba. Dopo un’ora di giardinaggio intensivo siamo tutti esausti e metà del prato è ancora com’era all’inizio, ma calcoliamo che l’area liberata è più che sufficiente per giocare a schiaccia sette, quindi possiamo dirci soddisfatti. Inoltre la baita non è nostra, è dei grilli, delle farfalle e degli insetti: non è carino privarli di tutti i fiori di campo che sono nati nell’erba alta.







Martedì 27 luglio


Stamattina il cielo non promette niente di buono. Tra le attività che si possono fare al chiuso c’è la sistemazione della segnaletica: dobbiamo scrivere col pirografo le indicazioni per raggiungere la baita su assi di legno da posizionare ai bivi. Ogni ragazzo inventa un suo cartello con frecce e decorazioni varie e cerchiamo di mettere insieme un po’ tutte le idee per realizzare il lavoro finale.

Nel tardo pomeriggio la pioggia concede una tregua e possiamo riprendere a pulire le canaline. Ormai siamo un gruppo esperto, possiamo spingerci anche oltre: ne scaviamo addirittura di nuove, seguendo le indicazioni di Walter che ci spiega il viaggio dell’acqua sui monti e come drenarla prima che faccia dei sentieri il letto in cui scorrere. Dopo due giorni a rovistare tra sassi e radici qualcuno osserva: certo che potevano anche tenerlo un po’ meglio questo sentiero! Sicuro, ma adesso siamo qui noi, e spetta anche a noi attivarci per migliorare la qualità dell’ambiente in cui viviamo.



Mercoledì 27 luglio

Dopo la tempesta di stanotte, in cui pareva che i fulmini potessero tirare giù l’intera montagna, il sole torna a farsi vedere. Ne approfittiamo per fare una bella escursione al sentiero delle Tre Croci, stavolta senza preoccuparci della manutenzione della strada, prestando attenzione solo alla natura, agli alberi e ai paesaggi.



Dopo ore di cammino rientriamo affamati alla baita e appena ci chiudiamo la porta alle spalle la pioggia decide che la tregua è finita e rovescia sul monte tutta l’acqua che in quelle ore aveva trattenuto. Meno male che siamo tornati in tempo!
Nel pomeriggio le nuvole diventano ancora più irrequiete, il vento delle montagne le incalza verso sud mentre le correnti d’aria del lago non hanno nessuna voglia di farle passare. Nascono enormi vortici di nuvole che girano in cerchio sopra di noi, mentre si cominciano a sentire i primi potentissimi tuoni. Noi stiano in cortile a osservare incantati questo scontro epico finché non scendono in campo anche la pioggia e i fulmini. A quel punto non ci resta che ripararci nella nostra baita calda e approfittare dell’abbondanza d’acqua per fare una bella doccia.


Giovedì 28 giugno

L’escursione di oggi è insolita per un campo estivo: la meta è il pronto soccorso di Gavardo. Il fatto è che, per un motivo o per l’altro, in mattinata quasi tutti ci siamo presi le zecche e dobbiamo proprio andarle a togliere. Ci dispiace lasciare in anticipo la nostra baita, ma il viaggio in pronto soccorso ha anche i suoi vantaggi: ci vengono a prendere con due ambulanze e un’enorme jeep del soccorso alpino, mai visto niente del genere! Peccato che vadano piano e non vogliano accendere le sirene…

Nonostante questa dis-avventura (ma sempre di avventura, insomma, si tratta!), torniamo a casa felici delle giornate vissute insieme in mezzo alla natura, con tanti nuovi amici e nuova consapevolezza.

Che dire... in montagna non ci si annoia proprio mai!



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